giovedì 31 luglio 2014

Noam Chomsky su Israele

Israele:Il fronte interno


FONTE:http://www.operaicontro.it/
Redazione di Operai Contro, vi invio questo interessante articolo di uno dei pochi intellettuali che si oppongono ai progetti di genocidio dei padroni israeliani.
ASLO LAZIO
DI ILAN PAPPE
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The Electronic Intifada
Io non so ancora chi era il vostro congiunto. Potrebbe essere stata una
bambina di pochi mesi, o un bambino di qualche anno, o un vostro nonno, o un
vostro figlio o un vostro genitore.  Ho saputo della morte del vostro congiunto
da Chico Menashe, un commentatore politico di Reshet Bet, la più importante
stazione radio israeliana.
Chico ha detto che l’uccisione del vostro congiunto e il fatto di aver ridotto
Gaza in macerie e di aver costretto 150,000 persone a lasciare le loro case, è
parte di una strategia israeliana ben studiata: questa strage soffocherà l’
impulso dei Palestinesi di Gaza a resistere alle politiche israeliane
Ho sentito queste sue parole mentre leggevo, nell’edizione del 25 luglio deIla
cosiddetta” rispettabile” testata Haaretz, le parole del non tanto rispettabile
storico Benny Morris, secondo cui persino questo che sta accadendo ora non è
abbastanza.
Morris considera le attuali politiche di genocidio “refisut” — deboli di mente
e di spirito; fa appello ad una futura maggiore opera di distruzione, poichè è
questo il modo in cui si difende la propria “capanna nella giungla”, per citare
la descrizione di Israele data dall’ex Primo Ministro Israeliano Ehud Barak.
VIOLENZA DISUMANA
Sì, ho paura di dire che, a parte la flebile voce di una minoranza che
scompare in mezzo a tanta violenza disumana, dietro a questo massacro ci sono
tutti i media e tutte le maggiori personalità israeliane.  Non vi scrivo per
dirvi che provo vergogna – da tempo mi sono dissociato dall’ideologia di Stato
e cerco di fare il possibile, come individuo, per contrastarla e sconfiggerla.
Forse questo non basta;  siamo spesso inibiti da momenti di vigliaccheria,
egoismo e anche da un impulso naturale di prenderci cura principalmente delle
nostre famiglie e di chi amiamo.
Tuttavia, sento oggi il bisogno di assumermi un impegno solenne nei vostri
confronti, un impegno che nessuno dei tedeschi che mio padre conobbe durante il
regime nazista fu disposto ad assumersi, quando quei selvaggi massacrarono la
sua famiglia.  In questo giorno di vostro profondo dolore, questo mio impegno
non sarà gran cosa, ma è la cosa migliore che io possa fare; e restare in
silenzio non la considero un’opzione.
E’ il 2014 — la distruzione di Gaza è ben documentata. Non è il 1948, quando i
Palestinesi dovettero lottare con ogni mezzo per poter raccontare la loro
tragica storia di orrori subiti.  Moltissimi dei crimini allora commessi dai
Sionisti rimasero nascosti e ancora oggi non sono venuti alla luce. Quindi, il
mio unico e semplice impegno sarà quello di  registrare, informare e insistere
perché si conosca la verità dei fatti.
La mia vecchia Università, ad Haifa, ha reclutato i suoi studenti per
diffondere via internet un mare di bugie israeliane in tutto il mondo;  ma oggi
siamo nel 2014 e una propaganda di questo genere non funzionerà.
IMPEGNO A BOICOTTARE
Tuttavia, questo certamente non può bastare. Mi impegno quindi a continuare
nello sforzo di boicottare uno Stato che commette crimini di questo genere.
Solo quando l’Unione delle Federazioni Calcistiche Europee espellerà Israele,
quando il mondo accademico si rifiuterà di avere rapporti istituzionali con
Israele, quando le compagnie aeree eviteranno di volare sui cieli d’Israele e
quando si capirà che perdere denaro nel breve termine per una presa di
posizione etica significa guadagnare nel lungo termine  moralmente e
finanziariamente – solo allora potremo dire di aver onorato degnamente la
vostra perdita.
Il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), ha conseguito
diversi obbiettivi e continua nel suo instancabile lavoro.  Ci sono ancora
ostacoli, come la falsa accusa di antisemitismo e il cinismo dei politici.  E’
così che è stata bloccata all’ultimo momento un’onorevole iniziativa di
architetti britannici per  indurre i loro colleghi in Israele a prendere una
posizione morale, piuttosto che essere complici nella colonizzazione criminale
di quelle terre.
Altrove, in Europa e negli Stati Uniti, politici senza spina dorsale hanno
sabotato simili iniziative.  Ma il mio impegno è quello di essere sempre parte
attiva nello sforzo di superare questi ostacoli.  La memoria del vostro amato
sarà la mia forza trainante, insieme al vivo ricordo delle sofferenze dei
palestinesi nel 1948 e degli anni che seguirono.
MATTATOIO
Faccio tutto questo egoisticamente. Prego e spero fortemente che in questo
tragico momento della vostra vita, mentre i Palestinesi di Shujaiya, Deir al-
Balah e Gaza City assistono quotidianamente al massacro da parte di aerei,
carri armati e artiglieria israeliani, non vi porti a smarrire per sempre la
speranza nell’umanità.
Questa umanità comprende anche degli israeliani che non hanno il coraggio di
parlare, ma che esprimono il loro orrore in privato, come lo attesta la mia
casella di posta elettronica zeppa di messaggi, e la mia pagina Facebook, come
lo attesta quella piccola minoranza in Israele che manifesta pubblicamente
contro il crescente genocidio di Gaza.
Questa umanità comprende anche quelli che ancora non sono nati, che forse
saranno in grado di sfuggire a una macchina di indottrinamento sionista che li
plasma, dalla culla alla tomba, e li addestra a disumanizzare i palestinesi a
tal punto che veder bruciare vivo un ragazzo di sedici anni palestinese non li
smuove e non li fa barcollare nella loro fede nel governo, nell’esercito e
nella religione.
SCONFITTA
Per il loro bene, per il mio e per il vostro bene, mi auguro di poter
continuare a sognare l’alba del giorno dopo – quando il sionismo sarà sconfitto
insieme all’ideologia che governa le nostre vite tra il fiume Giordano e il Mar
Mediterraneo; e che tutti noi possiamo vivere la vita normale che desideriamo e
meritiamo.
Quindi, oggi mi impegno a non farmi distrarre da amici e dirigenti palestinesi
che ancora ripongono le loro speranze nella “soluzione dei due stati”.   Se
davvero uno sente l’impulso di lavorare per un cambiamento di regime in
Palestina, l’unico obbiettivo deve essere quello di lottare per la parità dei
diritti umani e civili e per il pieno ristabilimento e reintegro di tutti
coloro che sono e sono stati vittime di sionismo, dentro e fuori l’amata terra
di Palestina.
Il vostro congiunto, chiunque sia stato, possa lui/lei riposare in pace,
sapendo che la sua morte non è stata vana – e non perché sarà vendicata e
rivendicata all’infinito. Non abbiamo bisogno di altri spargimenti di sangue.
Credo ancora che ci sia un modo per porre fine alla malvagità e alla crudeltà
con la forza dell’ umanità e della moralità.
Giustizia significa anche portare in tribunale gli assassini che hanno ucciso
la vostra persona amata e tante altre persone, e portare i criminali di guerra
d’Israele davanti ai tribunali internazionali.
Lo so, è una via molto più lunga, anch’io avverto a volte l’impulso di far
parte di una forza che utilizza la violenza per porre fine alla disumanità.  Ma
mi impegno a lavorare per la giustizia, la giustizia piena, la giustizia
riparatoria.
Questo e’ quello che posso promettere – lavorare per evitare che arrivi in
Palestina una prossima fase di pulizia etnica e un nuovo genocidio a Gaza.
Ilan Pappe è professore di storia e direttore del Centro Europeo di Studi
Palestinesi presso l’Università di Exeter UK è stato costretto a lasciare il suo paese dopo le minacce di morte ricevute dalla destra israeliana

mercoledì 30 luglio 2014

ISRAELE:Come lo chiamiamo questo?


TERRORISMO di STATO!

Fonte http://www.secoursrouge.org/

PALESTINE: De l'eau puante et des fléchettes contre les palestiniens

La police israélienne fait désormais suivre chaque émeute réprimée à Jérusalem-Est par le passage d’un camion blanc qui asperge trottoirs, murs et maisons d’une "eau sale" à la composition inconnue, in-lavable qui rend les rues pestilentielles durant plusieurs jours, ceci afin de dissuader les rassemblements et de punir les quartiers les plus rebelles. Dans la bande de Gaza, l’armée expérimente elle aussi une nouvelle arme : un engin qui en explosant projette 5’000 fléchettes de 3.7 centimètres de long

Un obus ouvert contenant 5'000 fléchettes

Un obus ouvert contenant 5’000 fléchettes



Nessuna delle anime belle e democratiche si rivolge alla Corte Internazionale dell'Aia per i cialtroni che bivaccano al governo di Tel Aviv?

lunedì 28 luglio 2014

Kiev:Così si entra in Europa.

Ukraine : Vers l’interdiction du parti communiste ?

Le ministère ukrainien de la Justice vient de lancer une procédure judiciaire en vue d’interdire le Parti communiste d’Ukraine, et le groupe parlementaire communiste a été dissout. Le ministre de la Justice Pavel Petrenko, a ainsi chargé le Parquet général et le Service de sécurité nationale d’enquêter sur les activités du Parti communiste, accusé de soutenir les fédéralistes dans l’Est de l’Ukraine et d’avoir favorisé l’annexion à la Russie de la Crimée.


Fonte:http://www.secoursrouge.org/

venerdì 25 luglio 2014

L'attacco "spaccatutto" che il governo di Tel Aviv sta portando in questi giorni contro gli abitanti della striscia di Gaza ha dato una mossa alle coscienze meno intorpidite di questo nostro sonnolento Cantone. La solidarietà per i palestinesi però sembra essere dettata più da slanci pacifisti ed emotivi contro le guerre in generale che da una visione storica precisa, documentata e riportata (per quanto sia possibile) alle nostre latitudini.
Propongo perciò alla conoscenza dei lettori del vostro giornale un articolo pubblicato poco fa dal sito www.baruda.net che cerca di avvicinare la quotidianità dei cittadini di Gaza a quella dei laziali in un'ipotetica analoga situazione dal 1947 ad oggi.
Se qualcuno, alla fine della lettura, si scoprirà involontariamente anti sionista, noi tutti, con il mondo cosiddetto "libero", ne avremo tratto beneficio.
Grazie.


Immaginate di non poter più portare i vostri figli a scuola,
perchè nelle aule ci dormite in centinaia, ammassati l’uno sull’altro.
Immaginate di non riconoscere più il pianto di vostro figlio, perchè nei rifugi (che parola errata!) si è accatastati e il terrore si stratifica e perde i lineamenti dei visi per diventare un unico grande pianto di terrore.
Immaginate di non dormire per giorni, di avere il vostro vicino morto.
Vostra sorella, qualche figlio, un nonno profugo, un altro concime per il giardino a bordo piscina di qualche insediamento.
Immaginate di trovarvi casa occupata da un pezzo di una brigata dell’esercito perchè avete una casa “strategica”.
Immaginate di dover “convivere” con loro in casa, con i loro fucili, con la loro lingua che non è la vostra, con gli insulti,
con i boati, con un cecchino appostato all’ultima finestra in alto, dove magari avevi messo un po’ di basilico.
Immaginate di sapere nome e cognome della testa che salterà, per un proiettile precisissimo partito proprio dalla vostra finestra occupata.
Immaginate il nostro paese, lo stivale:
immaginatelo rosicchiato passo passo. Immaginate di vagare senza salvezza, con i materassi poggiati sulla testa e i piedi stanchi.
Immaginate i chilometri, i villaggi che ti ospitano e che poi dovrai lasciare per nuovi bombardamenti.
Immaginate anche solo un decimo di tutto ciò e sarete a Gaza.
Ma anche in Siria. Sarete palestinesi di Gaza, di Betlemme, di Yarmouk
Se non siete capaci di immaginarlo, se il vostro solo problema son le foto dei bimbi dilaniati che scombussolano la vostra pausa pranzo: state lontani da noi, da chi non dorme la notte per Gaza e per la Gaza che ha in casa.
State lontani, pensate ai vostri sonni tranquilli e lasciateci nella nostra insonnia bombardata

giovedì 24 luglio 2014

Un mondo perfetto

La mappa mondiale dei rifiuti galleggianti
Decine di migliaia di tonnellate di rifiuti in plastica galleggiano in superficie in tutti gli oceani del mondo, accumulandosi in corrispondenza dei cinque principali vortici subtropicali, spiegano gli studiosi che hanno tracciato la mappa di queste "isole di spazzatura". Le correnti oceaniche agiscono come nastri trasportatori, convogliando i rifiuti fino a zone di massima convergenza che, secondo le stime, nei loro nuclei più densi contano milioni di pezzi di plastica per ogni chilometro quadrato

http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2014/07/17/news/mappa_estensione_plastica_oceani-2216804/

venerdì 4 luglio 2014

L'Algeria donerà i premi del Mondiale agli abitanti di Gaza.

Lo ha annunciato l’attaccante africano Islam Slimani sulla sua pagina Facebook, in cui ha scritto: “Loro ne hanno più bisogno di noi”. Si tratta di 6,5 milioni di euro

“Ne hanno più bisogno di noi”. Con queste parole l’attaccante dell’Algeria Islam Slimani ha annunciato che tutti i giocatori della nazionale africana doneranno agli abitanti di Gaza i premi in denaro ricevuti per l’ottima prestazione a Brasile 2014. La squadra di Vahid Halilhodžić è stata una delle più grandi sorprese del torneo iridato, da cui è stata eliminata agli ottavi solo dopo i tempi supplementari contro la Germania. Una prestazione strepitosa quella degli algerini, che poi hanno deciso di condividere il loro successo con la gente che vive nella Striscia. Ad annunciarlo è stato il centravanti del dello Sporting Lisbona dalla sua pagina Facebook: “Gli abitanti di Gaza ne hanno bisogno più di noi” ha scritto Slimani. Di quanti soldi si tratta? Secondo i calcoli dei giornali di Algeri la somma racimolata dalle Volpi del deserto ammonta complessivamente a 6,5 milioni di euro.

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