martedì 30 agosto 2016

Lugano: Caso USI-Schulz

Un paio di osservazioni sul caso USI-Schulz che è stato oggetto (con lodi) anche di "sforzi editoriali" in un nostro quotidiano cantonale, come se il paese non avesse altro a cui pensare.
Allora:
- Per "violazioni minori del diritto d'autore e modalità scorrette di citazioni di fonti di minor gravità" si manda alla pubblica gogna un professionista che fra sei mesi potrà ancora insegnare (urégiatada !)
-Se gli stessi parametri fossero rigidamente applicati alle redazioni dei media (cartacei, gratuiti e radio televisivi) molto probabilmente avremmo azzerato l'occupazione nel campo della comunicazione cantonale
- L'ateneo coinvolto, nonostante le scontate smentite di qualche suo dirigente, è (dalla nascita) feudo incontrastato e impermeabile di quella congrega di "unti del signore" che risponde alla sigla CL, nota anche come Comunione e Fatturazione, che certamente non brilla per osservanza del 7°,8° e 10° comandamento.
- Ergo l' inflessibile rigidità sul caso in esame della commissione etica di cotanta brigata (che fra l'altro usufruisce anche di sostegno pubblico) è perlomeno sospetta.
Voglio sperare che il professore sbertucciato ricorra fino alle massime istanze consentite, non tanto per solidarietà personale verso un professionista che non conosco, ma nel rispetto dello sport nazionale per eccellenza che recita:" Se tu mi devi 100 e vuoi darmene 50, accordiamoci per 75", che ha salvato e continua a salvare noti pezzi da novanta del nostro panorama insubrico.



Strategia antagonista

Il nemico avanza, noi arretriamo
Il nemico si accampa, noi facciamo azioni di disturbo
Il nemico è stanco, noi attacchiamo
Il nemico arretra, noi lo inseguiamo.

 In tutti i manuali di guerriglia, funziona sempre, anche contro eserciti di cyborg.


domenica 21 agosto 2016

La storia e il Comandante

Chi ha la capacità di andare nel futuro della storia e poi tornare a raccontarcelo non muore mai.



“Cuba ha potuto resistere al blocco più lungo della storia.
Grazie impero yankee, perché ci hai fatto crescere, ci hai fatto aumentare di statura in tutti questi anni.  Hai coronato il sangue di tutti i cubani che hanno lottato e sono morti qui e in altre parti con la sconfitta vergognosa del tuo cinico blocco, dei tuoi molteplici tentativi di distruggerci !”

Discorso pronunciato nella manifestazione per Giorno Internazionale dei Lavoratori, in Piazza della Rivoluzione , il 1º maggio del 2006

martedì 16 agosto 2016

Predator 2016

Chissà perché un esercito così continua a prendere bastonate da resistenti con AK47 e infradito.

Non sarà che l'infinita potenza delle armi si ferma davanti alla ferma volontà di autodeterminazione dei popoli che vorrebbe "democratizzare"?


giovedì 11 agosto 2016

I 90 anni di Fidel

Torno dall’isola una settimana prima della ricorrenza. Poca enfasi e nessuna retorica nelle strade, come è giusto che sia per un personaggio che, più volte, ha dato segni di insofferenza per la liturgia classica delle “democrazie popolari”. Il Comandante en Jefe de la Revoluciòn si gode la pensione nella sua Avana, sonnolenta e affascinante come sempre, e continua a deludere le speranze di chi, a scadenze regolari, avrebbe voluto vederne i funerali. Funerali che prima o poi verranno ma non come auspicato dai politicanti della globalizzazione finanziaria. L’isola è in piedi, conta sulle proprie forze e sugli aiuti non finalizzati al reddito speculativo, dopo decenni  di ostracismo bigotto e irresponsabile che ha ottenuto il contrario di ciò che si prefiggeva. Molti “esperti” internazionali la vedono già come isola post-socialista e terreno di conquista delle multinazionali e dei loro business  plan. I cubani vogliono vivere meglio, confrontarsi con le abitudini di chi viene a far loro visita, vogliono sapere e capire, non partire o scappare. Chi l’ha fatto in buona parte è tornato o, residente all’estero, continua a tornare e a fare paragoni fra cosa ha lasciato e cosa ha ri-trovato. Raramente il giudizio è quello di aver fatto la cosa giusta. I pericoli per Cuba non sono questi. Mi preoccupa invece la perdita di brillantezza del Partito, un certo suo imbolsimento nei ranghi dei dirigenti intermedi dalla silhouette appesantita nel girovita, mi preoccupa il loro discorrere prevedibile, senza un’alzata d’ingegno, in alcuni punti simile ai nostri politicanti progressisti. Insomma credo che il maggior pericolo non sia tanto il vicino imperialismo yankee ma la “spinta implosiva” delle socialdemocrazie occidentali.
Per adesso il Comandante, da solo,basta e avanza a rintuzzare ogni fregola di sinistrata ispirazione; anche da pensionato e in silenzio. Un domani chissà. Le rivoluzioni vincono sì per la forza delle loro idee, ma anche quando riescono a confezionare una classe dirigente migliore di quella precedente.
Ed è qui il problema, con il tempo che passa.