martedì 30 gennaio 2018

Davos e l'ultima Utopia

Arriva dalla polvere, militarizzata, del Sahel. L’ultima utopia arriva a piedi, in camion, in canotto e in aereo. In Svizzera sono tremila che organizzano la spogliazione del mondo e qui siamo milioni che fanno della sabbia e la polvere il nuovo sentiero dell’utopia. Non la fermerete neanche volendo, né con le armi né coi divieti di sosta della vostra civiltà. Recinti e sofisticati sistemi di controllo non faranno che imprigionare i vostri sogni diventati una merce introvabile nel mercato di beni di consumo globalizzato. La nostra utopia non si vende e non si arrende. Cambia di itinerario non appena cercate di congelarla negli schemi del mondo che hanno rifiutato di abitare. L’ultima utopia viene dalla polvere e non dal gelo turistico di Davos.

L’ultima utopia che attraversa il mondo sono le frontiere da passare. Un’altra manera di delimitare confini e sovranità di cittadinanze di polvere. La nostra sabbia e la vostra neve che non potranno mai allearsi malgrado gli inviti fatti ai mendicanti delle vostre politiche di aggiustamento. Parlate di disuguaglianze come se non sapeste che di questo sistema siete diventati schiavi. Vi portiamo scampoli di libertà a caro prezzo e non vene accorgete. Pensate che nulla di buono possa arrivare dalla sabbia rimasta tra le scarpe e negli occhi di coloro che di noi arrivano. Quando ci perquisite o ci obbligate a passare  non vi rendete conto di quanto è nascosto ai vostri occhi da mercanti. L’utopia è sempre nascosta in mezzo alla polvere.
Davos non ha nessuna storia da raccontare ma solo conti da esibire. Parla di creare un avvenire condiviso in un mondo che avete contribuito a fratturare. Non ci interessa il vostro avvenire il cui indirizzo è nelle banche e nelle aree riservate delle città. Non avete nessun avvenire da proporre se non quello di piazza Affari e l’unico progetto che frattura ulteriormente è quello delle vostre finanze. Veniamo dalla frattura, anzi dall’abisso che avete contribuito a scavare in questi anni di governanza della follia. Siamo l’unica ragionevole possibilità di futuro e lo sapete. Per quanto ci temete e continuate a vivere come se il futuro vi appartenesse per sempre. Il vostro futuro non ci interessa perché vive di un passato che non osate seppellire.  
L’ultima utopia non ha l’indirizzo che immaginate. Si trova dove non pensate e si rigenera ad ogni espulsione o ricatto economico. Ha le radici nomadi e cresce con un niente. Abbisogna solamente di polvere per resistere. Vive di niente e scomoda coloro che osino pensare il mondo senza di lei. Un mondo dove i più contano meno e voi avete scelto da quale parte stare ancora prima di andare a Davos. Non vi avrebbero invitati non foste come loro, copie sbiadite e complici del sistema di rapina universale. L’ultima utopia arriva da qui e non la fermerete neanche pagando. Vi passa tra le dita come sabbia e si infiltra dappertutto come polvere sui meccanismi che pensate immortali ed eterni come le vostre leggi.
L’ultima utopia è disobbediente per scelta e non per natura come volete farci credere. Avete voi stessi creato il sistema di carte, barriere, biometrie non degradabili e zoneprotette negli aeroporti. Ne diventerete le vittime un giorno. Rimpiangerete di averle considerate immutabili. Crolleranno come un castello di sabbia costruito di fretta sulle spiaggie dove ci avete abbandonati. Traditi prima ancora di chiedere come e chi ci aveva mandati da voi. L’ultima utopia è quella chiamata migrante. Era difficile ospitarla nei vostri palazzi vietati a quelli come noi. Senza memoria e senza pudore avete chiuso l’ingresso ai commercianti di polvere.
                                                                                                              Mauro Armanino, Niamey, Gennaio 018

sabato 20 gennaio 2018

Italia: Il gradimento dei politici



Ma guarda un po' i miracoli della stampa mainstream: A un mese e mezzo dalle elezioni, nel solito sondaggio sulle minoranze, nessuno si avvicina almeno al 50% e si disquisisce su chi è il "più popolare".

giovedì 18 gennaio 2018

TV svizzera al top in Europa?

http://gas.social/2018/01/tv-svizzera-la-migliore-europa/





Come le sue banche nell'amministrare i quattrini di qualsiasi provenienza.

mercoledì 17 gennaio 2018

Sul parlamentarismo

Da "Operai contro"

http://www.operaicontro.it/?p=9755749999#comment-784


Quarantennale della "campagna Moro"





Il Quarantennale è iniziato!
Il festival di commenti surreali – e uso un eufemismo! – scatenati su un post il cui senso ironico non lascia nessuno spazio a possibili fraintendimenti, a meno che non si sia analfabeti o cretini totali (ai quali come si sa effettivamente difetta l’ironia), dà la misura di quanta malafede e cattiva coscienza esista in coloro che animano e monopolizzano il baraccone mediatico complottista-dietrologico, da trent’anni a questa parte, su quella cosa che vive di vita propria chiamata “caso Moro”, e che è in primo luogo industria redditizia, fabbrica di soldi e carriere, di omissione di responsabilità politiche.
Chi si occupa di quel pezzo di storia italiana, e non di farlocchi misteri, ci inciampa purtroppo quotidianamente e sa perfettamente che per il quarantennale i dietrologi e complottisti di ogni genere e grado, dalla politica al giornalismo, all’accademia, si stanno preparando con libri che annunciano clamorose rivelazioni, programmi e speciali Tv sulle tracce della vera verità, commissioni parlamentari che affermano che il “caso Moro” è tutto da riscrivere, processi, condanne, tutto falso, tutto frutto di patti inconfessabili di doppio e triplo, forse ormai anche quadruplo stato. Nessuna novità in tutto ciò, è quello che provano a fare da abbondanti trent’anni, senza però essere riusciti mai a svelare niente! Nessuna novità, e sul niente riempiranno un anno.
Più che legittimo, dunque, che chi di quella storia ha fatto parte, vedendola snaturata e ridotta al grottesco, dopo averne pagato per intero il prezzo, manifesti il desiderio di sottrarsi a questo baraccone ridicolo e improbabile che sta per iniziare, e che lo manifesti ironicamente, dopo averlo dichiarato con la stessa chiarezza ai tanti che in quest’ultimo periodo con la più grande sfacciataggine quei protagonisti sono andati a cercare, chiedendo, senza provare il minimo imbarazzo, interviste e partecipazioni al grande show che si prepara.
Questa la frase di Barbara Balzerani che ha suscitato scandalo e rigurgiti di rancore da parte di noti socialcomplottisti: “chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?”
Del rovesciamento – intriso di disonestà intellettuale e miseria morale, ben orchestrato dagli squali del settore – del senso del post di Barbara (trasformato da un voler sottrarsi ad un voler festeggiare “i fasti del quarantennale”!!!), dovrebbero sentirsi profondamente offesi, in primo luogo, coloro che sono stati immessi nella Storia nella parte di vittime, veicolabili e manipolabili a seconda delle necessità. Da chi agita il “povero Moro” a proprio uso e consumo e per il proprio tornaconto, e quindi sminuendone la sua stessa figura, ci si dovrebbe sentire offesi. Verso quanti sono stati posti a guardiani, legittimati a decidere chi possa parlare, su cosa e su come dire, ci si dovrebbe sentire profondamente offesi. Offesi prima di tutto nella propria intelligenza.
Tutta la mia vicinanza a Barbara

Silvia De Bernardinis è con Barbara Balzerani.

Carlo Curti è con Barbara Balzerani



martedì 16 gennaio 2018

Paesi Baschi

https://secoursrouge.org/Pays-basque-95-000-manifestants-pour-les-prisonniers-politiques

Ma non erano tutti terroristi isolati dalle masse?


lunedì 15 gennaio 2018

Anniversari: Quarantesimo Moro

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_15/terrorismo-moro-fasti-40ennale-post-che-fa-litigare-ex-br-d93502f0-f966-11e7-908c-5ec0ce9694cc.shtml

Vieni pure all'Inferno, Raimondo, c'è già il Comitato per una calda accoglienza.

giovedì 11 gennaio 2018

Tasse universitarie in Svizzera

Fonte:http://www.mps-ti.ch
Le università svizzere sono attualmente il bersaglio di un'ondata anomala di aumenti delle tasse universitarie. A Friburgo, Basilea, Berna, ai politecnici di Zurigo e Losanna, degli aumenti sono previsti. Di fronte a questi attacchi contro gli studenti, la resistenza si cristallizza progressivamente.
A Basilea, la terza assemblea generale degli studenti ha avuto luogo il 15 novembre. A Friburgo, una manifestazione ha avuto luogo il 9 novembre con diverse centinaia di partecipanti contro i prospettati aumenti. Anche a Losanna, sono in preparazione delle azioni di protesta, mentre a Berna la collera si esprime nell'ambito della lotta contro le politiche cantonali di austerità, per esempio, in occasione della manifestazione "Stop ai chiari tagli nei bilanci sociali" del 22 novembre. A Zurigo, un'azione del gruppo "Niente ostacoli alla formazione" (Bildung ohne Hürden) ha avuto luogo il 15 novembre. Attraverso degli striscioni e una distribuzione di volantini, gli attivisti hanno attirato l'attenzione sull'aumento previsto delle tasse di studio. Nel contempo, un appello a firmare la petizione seguente https://500franken.ch/petition è stato lanciato. Il collettivo unitario che combatte l'aumento delle tasse di studio al Politecnico di Zurigo (EPFZ) ha redatto un argomentario che qui presentiamo nella versione italiana. (Red)

Le tasse di studio come ostacolo alla formazione
Secondo un'inchiesta realizzata nel 2012 dall'associazione degli studenti dell'EPFZ (VSATH), il 9% degli studenti stranieri dovrebbero rinunciare ai loro studi all'EPFZ se le tasse di studio fossero portate a fr. 850.- a semestre. Questo indica chiaramente che l'aumento delle tasse previsto dal Consiglio delle EPF rappresenterebbe un ostacolo invalicabile per numerosi studenti. Inoltre, ci si può domandare quante persone rinunciano già oggi agli studi a causa delle tasse attualmente in vigore. La stragrande maggioranza degli studenti vive con un budget ristretto. Così, fr. 40.- al mese (fr. 500.- all'anno) rappresentano per la maggioranza una somma importante.
Se molti studenti hanno una situazione finanziaria difficile, è giustamente a causa delle spese crescenti che devono sopportare: i premi di cassa malati, gli affitti, i biglietti dei trasporti pubblici, non fanno che aumentare negli ultimi anni. Il "premio medio" di cassa malati è passato da fr. 196.- nel 1996 a fr. 396.- nel 2014 (1). In parallelo, i sussidi erogati dai cantoni sono rimessi in causa o i montanti versati diminuiscono.
Il sistema di borse attualmente in vigore in Svizzera non offre alternative reali o non costituisce un autentico punto d'appoggio per gli studenti, a maggior ragione che i bilanci delle borse di studio e di apprendistato sono, in alcuni cantoni, oggetto dei tagli di bilancio. Gli studenti, di conseguenza, sono costretti a ricorrere a lavoretti per garantirsi il sostentamento, anche se è noto che l'intensità degli studi nei politecnici federali rende quasi impossibile l'esercizio di un'attività a tempo parziale. Gli studenti sono dunque fortemente dipendenti dai loro genitori e da diversi istituti privati che accordano prestiti di studio, fatto che rappresenta sovente un carico importante per le famiglie e gli studenti. (A questo si aggiunge la creazione di un potenziale mercato attrattivo di persone necessitanti di prestiti di studio privati).

Gli studi e il mondo del lavoro
Il Consiglio delle EPF considera l'aumento delle tasse come "moderato e socialmente sopportabile". L'idea che sottintende questa affermazione: i diplomati dei politecnici federali possono vendere la loro forza lavoro a un presso elevato (2). Una volta finiti i loro studi gli studenti devono vendere la loro forza lavoro. Quest'obbligo sembra evidente, e ci si aspetta che gli studenti lo vogliano. La formazione universitaria prende sempre più la forma di una qualificazione per delle professioni ben remunerate nell'industria o in altri settori privati. Tutti quelli che non vogliono un futuro di questo genere sembrano sempre più esserci costretti. Si rinforza così l'idea dell'impiegabilità degli studenti, obbedienti alle attese dell'"economia", vale a dire che essi devono esprimere gratitudine verso il mercato del lavoro. (Per gratitudine si intende anticipare la vendita della propria forza lavoro all'economia privata durante la propria formazione, fatto che si traduce concretamente con degli stages poco o non pagati, dei lavori di fine studio "ordinati" dalle imprese, ...).
Vincoli di questo genere non devono esistere, sia sul piano economico che "morale". L'aumento delle tasse di studio rinforza in maniera sottile la mutazione delle alte scuole in autentiche fabbriche di forza lavoro qualificata per l'economia, al posto di essere luoghi di formazione critica e di ricerca al servizio dell'insieme della società.

Tasse di studio, borse di studio e misure di austerità
Gli aumenti delle tasse previsti nei politecnici federali si iscrivono in un contesto di misure d'austerità prese a livello federale. In questo quadro, la Confederazione ha ridotto di 80 milioni all'anno il suo contributo finanziario ai politecnici (3). Appare dunque logico che i politecnici vogliano colmare questa diminuzione delle sovvenzioni con un aumento delle entrate. Che questo passi attraverso un aumento delle tasse di studio è inaccettabile. Il Consiglio federale preferisce aumentare le spese consacrate all'esercito o alla rete stradale. Le priorità del Consiglio federale sono perfettamente chiare: acquistare degli aerei da combattimento e costruire delle autostrade, al posto di investire in formazione e ricerca.
Nel quadro delle politiche di austerità incessanti e della rottamazione sociale praticata a livello federale, cantonale e comunale, il leitmotiv dei partiti di destra a favore di una politica delle "casse vuote" trova ogni settimana una nuova formula per restringere l'accesso agli studi superiori. Nel canton Argovia, per esempio, si prevede di restringere l'accesso alle borse di studio e di apprendistato di un terzo attraverso il passaggio da un sistema di borse di studio a uno di borse di studio e prestiti di studio (4). In altri cantoni, le borse di studio che comportano spesso dei montanti ridicoli, subiscono di petto la pressione dei tagli di bilancio. Una logica simile è all'opera a Berna, dove le politiche d'austerità cantonali dovrebbero condurre a un aumento delle tasse di studio per i "Bildingsauländer*innen" (le persone che hanno ottenuto l'equivalente della maturità ginnasiale al di fuori della Svizzera). A Zurigo, è nell'ambito del pacchetto di misure d'austerità Leistungsüberprüfung 16 che è prevista una diminuzione delle somme dedicate dal cantone al pagamento dei premi di cassa malati (5). Si tratta di una misura che, in più che colpire in generale le persone con le condizioni di vita più precarie, penalizza in particolare gli studenti. Ad inizio 2017, i politici zurighesi zelanti dell'UDC e dell'Unione Democratica Federale (EDU-UDF) hanno proposto un raddoppio della tasse di studio all'Università di Zurigo (che, al contrario delle EPF, è competenza del cantone) (6). Nel loro cinismo, i rappresentanti del partito dei miliardari è di quello dei fondamentalisti religiosi hanno battezzato la loro mozione "Adattamento delle tasse di studio alla realtà". Questa formula deve essere compresa in questo modo: "è una questione di una "realtà" prodotta da decine di anni di regali fiscali ai ricchi e del mantenimento costante di una politica delle "casse vuote" risultato della diminuzione delle entrate creata da questi stessi "regali". La realtà dei politici adepti dell'austerità di bilancio, come quella del Consiglio delle EPF, non è la realtà vissuta da una gran parte degli studenti.
Le riduzioni di bilancio sono sempre condotte parallelamente a degli alleggerimenti fiscali passati o futuri. È sufficiente menzionare l'enorme truffa della Riforma dell'imposizione delle imprese del 2008 (RII II), in seguito alla quale le collettività pubbliche hanno perso miliardi di entrate fiscali, o dei regali fiscali offerti ai ricchi e alle imprese in diversi cantoni a partire dagli anni 1990. Degli esempi chiari di queste politiche sono forniti da Zurigo, Svitto o ancora altri cantoni.
Tasse di studio (in aumento) in tutta la Svizzera
Non è solo nelle EPF che sono previsti o ventilati degli aumenti delle tasse di studio:
• A Basilea, un aumento delle tasse di studio di fr. 100.- per semestre per tutti gli studenti è previsto. Per gli studenti "stranieri" è invece previsto il raddoppio. L'ultimo aumento delle tasse all'Università di Basilea risale al 2013.
• A Friburgo, un aumento delle tasse di studio del 35% è in discussione.
• A Berna, un aumento delle tasse di studio per i "Bildingsauländer*innen" è sottoposto a votazione nel quadro delle misure di austerità cantonale.
• A Ginevra, un aumento delle tasse era previsto nel 2016, ma è stato ritirato in seguito alle proteste degli studenti.
In tutte le altre scuole superiori della Svizzera, gli aumenti delle tasse di studio sono un tema ricorrente negli ultimi 15 anni. Alcuni aumento previsti sono stati implementati, mentre in un numero importante di casi, l'aumento è stato respinto con delle azioni di protesta efficaci organizzate dagli studenti.
Possiamo osservare che i difensori di un aumento delle tasse fondano sovente la loro argomentazione sul fatto che le tasse di studio sarebbero più elevate in altre scuole superiori. Lottare contro l'aumento delle tasse di studio nei politecnici, è anche un segno di solidarietà con gli studenti delle altre scuole superiori che, oggi come domani, sono confrontati con degli aumenti delle tasse di studio.

Il Consiglio degli EPF, la sua argomentazione e i suoi interessi
Il Consiglio delle EPF è l'organo di direzione dei politecnici federali, vale a dire che è alla testa dei due politecnici di Zurigo e Losanna, e di alcuni istituti di ricerca. Il Consiglio delle EPF ha annunciato che voleva aumentare le tasse di studio e si pronuncerà definitivamente a inizio marzo 2018. Giustifica la sua scelta con la necessità di adattarsi alla situazione esistente in altre scuole superiori dove le tasse di studio sono più elevate, con il fatto che dei costi importanti delle filiere universitarie e del numero di studenti in aumento (7). Il Consiglio delle EPF considera l'aumento previsto come "moderato e socialmente sopportabile". Agli occhi del Consiglio, questo si giustifica con il fatto che gli studenti delle EPF otterrebbero dei salari elevati dopo i loro studi, che esisterebbe la possibilità di domandare delle borse (dunque un trasferimento mascherato di questo aumento sui bilanci cantonali allo stesso modo di quello che avviene con i sussidi di cassa malati) e che solo una piccola parte dei costi di formazione sarebbe finanziata dagli studenti.
Per meglio comprendere perché un organo che comprende al suo interno delle persone provenienti dall'economia (privata) e della ricerca argomenta in questo modo è utile osservare il loro curriculum e gli interessi che rappresentano (8). Il Consiglio delle EPF è composto da undici membri, è diretto dall'avvocato Fritz Schiesser che è anche membro del consiglio di fondazione del think tank neoliberale Avenir Suisse (9). Tra i rappresentanti dell'economia troviamo anche Christiane Leister (membra del gruppo Leister, specializzato in tecnologie di saldatura plastica, fortuna stimata in 175 milioni di franchi svizzeri), Mark Bürki (PDG dell'impresa finanziaria Swissquote, con 150 milioni di cifra d'affari e 17.8 miliardi di fortune gestite), Beth Krasna (membra indipendente di diversi consigli d'amministrazione e consigliera in gestione per differenti imprese) e Paul Herrling (vecchio diretto del settore farmaceutico di Novartis).
Ma i rappresentanti della ricerca e i presidenti delle EPF non sono da meno quando si tratta di fare collezione di mandati nell'economia privata. Così il presidente del Politecnico di Zurigo, Lino Guzella, è anche membro del consiglio di amministrazione del gruppo Kistler Holding AG (cifra d'affari 358 milioni di franchi) e mandatario della società Robert Bosch Industrietreuhand AG che controlla gli affari della multinazionale Robert Bosch (cifra d'affari di 73 miliardi di euro)(10). Il presidente dell'EPFL, Martin Vetterli, è membro di tre consigli di amministrazione. I mandati nei consigli di amministrazione dei membri del Consiglio delle EPF sono altrettanto numerosi che le ore di lavoro notturne degli studenti in architettura.

[1] Fonte : Datenblog du Tagesanzeiger, 18.09.2014. https://blog.tagesanzeiger.ch/datenblog/index.php/5131/zwei-jahrzehnte-dauerpraemienschock
[2] https://www.ethrat.ch/fr/medias/communiques/augmentation-taxes-etudes
[3] Le cifre non sono molto chiare, dato che nuovi dati sono pubblicati regolarmente. È comunque certo che il Consiglio delle EPF prevede un bilancio 2018 amputato di 83 milioni di franchi svizzeri: https:// www.ethrat.ch/sites/default/files/ETHR_BB18_FR_web.pdf
[4] Il Consiglio di stato argoviese ha deciso questa misura che sarà combattuta via referendum (fonte: Aargauer Zeitung du 7 novembre 2017).
[5] Per più informazioni sul „Leistungsüberprüfung 16", vedi http://kaputtgespart.ch/sparmassnahmen
[6] Vedi, a questo proposito, la posizione dell'associazione studentesca Kritische Politik Zürich (in tedesco): https://www.kripo.uzh.ch/wp-content/uploads/Positionspapier-Studiengebühren.pdf
[7] ttps://www.ethrat.ch/fr/medias/ communiques/augmentation-taxes-etudes
[8] Quello che è italiano è stato tradotto dai "legami di interesse" e le attività accessorie elencate sul sito del Consiglio delle EPF: https:// www.ethrat.ch/fr/liensdinterets
[9] Nei contributi di Avenir Suisse sulle università, troviamo in maniera ricorrente la rivendicazione di un "finanziamento da parte degli utilizzatori". Vedi p.e., in tedesco: https:// www.avenir-suisse.ch/bildung_mehr-exzellenz-und-effizienz-an-den-hochschulen/
[10] Sulla struttura del gruppo Robert Bosch, vedi in tedesco: http:// www.manager-magazin.de/unternehmen/karriere/a-278718-4.html


...e a Lugano ?
Da buon ateneo dove si coltivano i futuri quadri medio-superiori dell'economia e della comunicazione, non un cip, silenzio perfetto.
Elementare Watson ! Lì si insegna in inglese (master), gli studenti vengono da fuori e ben foraggiati dalle rispettive famiglie, rompono il silenzio solo per il gossip, corteggiano i professori e pagano 4000 franchi a semestre come tassa universitaria. In compenso però è molto facile prendersi del comunista: Basta osservare che nei corridoi non c'è neanche una sedia. Tirar su le firme per un confronto con il decanato su qualsiasi argomento? Caldamente sconsigliato: Prima firmano e poi ritrattano con l'intento di portare allo scoperto chi ha azzardato tanto. Urégiatada !